Il consumo di sostanze psicoattive, così come i comportamenti illegali ad esso associati, vengono frequentemente concepiti come prevalentemente maschili.
Questo è confermato dai dati sulla prevalenza di consumo, sui danni e sui decessi droga-correlati. Tuttavia, sebbene le donne tendano a consumare le sostanze in misura minore, esse ne subiscono conseguenze più impattanti. Questo è ciò che si intende con “Paradosso di genere” confermato da numerosi studiosi nell’ambito. Le donne con un disturbo da uso di sostanze sperimentano maggiori effetti collaterali ed hanno più spesso comorbidità psichiatriche.
A queste differenze contribuiscono numerosi fattori sociali e ambientali e un simile andamento è stato osservato anche tra gli adolescenti. Negli ultimi anni è stato osservato un aumento delle prevalenze di consumo di sostanze che ha coinvolto anche le donne e le ragazze. Dato che risulta confermato dalla fotografia proposta dagli studi di popolazione. In particolare, i consumi femminili sono particolarmente rivolti verso l’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica e, recentemente, verso il consumo di bevande alcoliche. Le donne sembrano preferire sostanze facilmente accessibili e, probabilmente, ammantate di un minore stigma sociale ma si osservano anche numerosi accessi ai servizi per consumo di oppiacei o cocaina.
Da questa panoramica emergono profili di consumo caratterizzati da importanti peculiarità di genere suggerendo la necessità di sviluppare e realizzare progetti, azioni e interventi di prevenzione e presa in carico che sappiano rispondere alle richieste attraverso uno sguardo di genere.